mercoledì 18 dicembre 2013

Incontro sul noce da frutto a Faenza


Giovedì 19 dicembre a Faenza, Terremerse organizza un incontro per parlare del noce da frutto. Appuntamento alle ore 17 nella sala riunioni dello Stabilimento Ortofrutticolo della Cooperativa, via San Silvestro 38.
Intervengono: il Prof. Bruno Marangoni dell’Università di Bologna, che parlerà dello stato attuale della coltura nel mondo e le tecniche colturali da adottare; Marco Casalini, Presidente di Terremerse, che illustrerà le proposte della Cooperativa per lo sviluppo della coltura del noce da frutto nell’areale emiliano romagnolo.

giovedì 12 dicembre 2013

Incontro sulla meccanizzazione nel frutteto


Lunedì 16 dicembre a Faenza, Terremerse organizza un incontro tecnico sulla meccanizzazione nel frutteto come opportunità per ridurre i costi . Appuntamento alle ore 17 nella sala riunioni dello Stabilimento Ortofrutticolo della Cooperativa, via San Silvestro 38.
Intervengono: Mattia Onofri, Ortofrutta Terremerse, che parlerà di diradamento fiorale e dei risultati ottenuti in quattro anni di sperimentazione, con la novità dell’apparecchio manuale Saflowers; Renzo Ringressi, Stebo Agraria, che illustrerà le esperienze in campo del carro agevolatore alla raccolta Hermes.

martedì 10 dicembre 2013

Incontro sul Mal dell’esca della vite



Mercoledì 11 dicembre a Faenza, Terremerse organizza un incontro tecnico sul Mal dell’esca della vite. Appuntamento alle ore 17 nella sala riunioni dello Stabilimento Ortofrutticolo della Cooperativa, via San Silvestro 38.
Intervengono: Gianfranco Pradolesi, Ricerca & Sviluppo Terremerse, che parlerà della sindrome; un rappresentante di Sumitomo Chemicals Italia che illustrerà il prodottoRemedier” e il suo utilizzo nella strategia di difesa contro il Mal dell’esca.
L’incontro si concluderà  con l’intervento di Valerio Bucci, Ricerca & Sviluppo Terremerse, che parlerà degli squilibri nutrizionali nella vite causati dalla competizione fra potassio e magnesio.

martedì 3 dicembre 2013

Accordo strategico tra Apofruit e Terremerse


Che le sfide del mercato globale impongano strategie sinergiche d’attacco è ormai chiaro da molto tempo. Ma è altrettanto evidente che la somma tout court di produzioni e fatturati non ha forza  sufficiente  per cogliere l’obiettivo inderogabile di creare valore per l’impresa e per i produttori. Di contro l’esperienza evidenzia sempre più i risultati positivi che emergono dal far leva su un’organizzazione di filiera. Solo con una filiera efficiente e specializzata si mettono in gioco le sinergie in grado di competere sullo scenario internazionale.

L’accordo strategico tra Apofruit e Terremerse affonda le sue radici proprio nel “fare insieme”. Nell’ottica di una intesa che salvaguarda l’identità attuale dei due gruppi, il patto tra Apofruit e Terremerse,  mette “ a valore”  in modo specifico i settori dell’ortofrutta e delle agroforniture. Non una fusione di imprese, dunque, ma una integrazione a rete che permetterà di sviluppare le rispettive competenze, di ridurre i costi, di meglio posizionarsi nel mercato per poter creare valore a favore dei rispettivi soci

Gli obiettivi dell’accordo mettono in fila almeno cinque punti rilevanti: la politica di marca, quale elemento di distintività dei prodotti verso i consumatori e i clienti; la segmentazione dell’offerta per posizionare al meglio il prodotto nel canale commerciale di riferimento; l’innovazione varietale, elemento chiave per offrire al consumatore un prodotto di qualità più elevata; il biologico come scelta strategica;  lo sviluppo dell’export, in particolare verso i nuovi mercati asiatici e i paesi del golfo persico.

«Apofruit, negli ultimi anni – dichiara il Direttore Generale di Apofruit Renzo Piraccini – è cresciuta incorporando altre imprese cooperative, razionalizzando i processi produttivi e commerciali. Ora quella fase è finita. Attualmente ci proponiamo di crescere promuovendo la creazione di una rete di imprese specializzate ed efficienti, ognuna autonoma nella propria gestione, che si riconoscano in un progetto commerciale  e gestionale condiviso. L’accordo con Terremerse va in questa direzione».

Gli fa eco l’Amministratore Delegato di Terremerse Gilberto Minguzzi: «“Territori e mercati in rete” è scritto nel logo della nostra cooperativa: lì dichiariamo la missione che affidiamo alla nostra identità! Solo mettendoci in rete possiamo superare i limiti di ogni singola impresa, per forte che sia, per dare vita ad un nuovo soggetto capace di aprirsi alle dimensioni globali del mercato per coglierne le opportunità. Abbiamo fatto questo in tutti i settori in cui operiamo. L’accordo con Apofruit porterà slancio e innovazione nel comparto dell’ortofrutta».

Per quanto riguarda il settore dell’ortofrutta l’accordo tra le due aziende prevede, nello specifico:

·        adesione di Terremerse a Mediterraneo Group, la società consortile che vede come capofila Apofruit, per la realizzazione di sinergie commerciali sull’export e sui prodotti a marchio;
·        acquisti centralizzati dei materiali di confezionamento e dei servizi connessi (trasporti, ecc..);
·        adozione di un modello comune di gestione dei magazzini, uniformando i sistemi informatici e il controllo dei costi;
·        per i produttori soci, per quanto riguarda il kiwi e i prodotti biologici, le modalità di conferimento e campionatura, i tempi di acconto e le liquidazioni saranno le stesse.
·        per tutte le altre produzioni, compresi i prodotti ad uso industriale, le procedure gestionali verranno gradualmente armonizzate;
·        ogni cooperativa manterrà il rapporto nei confronti dei propri soci, anche se le procedure di conferimento, acconto e pagamento verranno gradualmente armonizzate;
·        accesso per i soci di Terremerse alle novità vegetali, a diffusione regolamentata, che vedono Apofruit come partner distributore.
·        apertura di un centro di ritiro per i soci Apofruit dell’area, nello stabilimento Terremerse di Faenza;
·        armonizzazione dei programmi operativi delle rispettive Organizzazioni di Produttori di riferimento : Apofruit e Pempacorer. Dal 2015 si ipotizza di costituire una AOP tra le due OP di riferimento, aperta all’adesione anche di altre OP del settore che vogliano integrarsi commercialmente.

Per quanto concerne le agroforniture il partner strategico per Apofruit e i propri soci sarà Terremerse. Tra le due cooperative verranno sviluppate una serie di azioni finalizzate a migliorare l’efficienza e la competitività delle aziende agricole dei produttori associati e in particolare :
·        armonizzazione delle linee tecniche di difesa
·        condivisione dell’impiantistica per frutticoltura e orticoltura al servizio delle aziende agricole associate
·        sinergie nell’area vivaistica
·        condivisione del know-how e dell’attività di ricerca e sviluppo
·        pagamento delle agroforniture in conto conferimento.

Gruppo Apofruit
Del Gruppo Apofruit - oltre alla cooperativa Apofruit Italia (che presidia il conferimento e associa 3800 soci produttori che nel 2012 hanno consegnato 193.000 tonnellate di prodotti e che conta 12 stabilimenti sul territorio nazionale, occupa 149 dipendenti fissi e 1.975 dipendenti stagionali) - fanno parte Mediterraneo Group Spa consortile, braccio commerciale per i partner, Canova srl, trading per il biologico, che controlla altre 4 imprese specialiste nel settore del bio, e Almaverde Bio Italia srl consortile, strumento per la politica di marca nel biologico. Ogni impresa ha una propria autonomia operativa e gestionale ma tutte rispondono alle stesse logiche strategiche e all’obbiettivo primario di valorizzare la produzione dei soci.
Il valore della produzione 2012 del Gruppo Apofruit, a livello consolidato è stato di 245 milioni di euro. Al 30 Settembre 2013 i volumi lavorati sono in calo dell’8% e il fatturato registra una  in crescita del 6% rispetto allo stesso periodo del 2012. Il patrimonio netto è pari a 103,9 milioni di euro a conferma di una grande solidità patrimoniale. 

Mediterraneo Group
E’ un network di imprese nato con l’obiettivo di valorizzare le produzioni ortofrutticole dei partner di Apofruit. Si tratta, infatti, di una società consortile che associa imprese altamente specializzate, autonome nella loro gestione, che operano nelle aree produttive Italiane più vocate che, insieme, hanno messo a punto una strategia che punta sulla marca e sull’export. Nel 2012 ha commercializzato 30.100 tonnellate di prodotti ortofrutticoli per un fatturato di 29,5 milioni. Al 30 Settembre 2013 i volumi commercializzati segnano un calo del 1,6% e un fatturato in crescita del 12% rispetto allo stesso periodo del 2012.

Terremerse
Opera nei settori della distribuzione di agroforniture, della trasformazione carni, dello stoccaggio e commercializzazione di cereali e dell’ortofrutta. Associa 5.271 aziende agricole, sviluppando 157 milioni di euro di fatturato. Con 63 milioni di euro di fatturato il comparto principale è quello delle agroforniture che fanno di Terremerse un distributore nazionale, con attività in gran parte delle regioni d’Italia. Segue l’ortofrutta con 35 milioni di euro, i cereali con 33,5 milioni e le carni con 25,5 milioni.

giovedì 28 novembre 2013

Il melograno: convegno a Policoro


“Il melograno: la coltivazione e le prospettive della coltura nell’area del Metapontino” è il titolo del convegno organizzato da Terremerse il 3 dicembre, ore 17, a Policoro (Hotel Heraclea, via Lido).
Intervengono: il Presidente di Terremerse, Marco Casalini, che illustrerà le proposte della Cooperativa per lo sviluppo della coltura del melograno nell’area metapontina;  Giacomo Linoci, Presidente Pomgrana , Uzi Cairo, Azienda Agricola Cairo & Doutcher, che parleranno della tecnica colturale del melograno e le prospettive commerciali. Seguirà il dibattito.

Nella stessa giornata, alle ore 20.30 si svolgerà l’assemblea di liquidazione dei soci di Terremerse.

martedì 26 novembre 2013

Terremerse: positivo il preconsuntivo 2013



Il preconsuntivo 2013 della Cooperativa Terremerse presenta dati di notevole positività, sia in rapporto al quadro generale dell’economia e della finanza in Italia e in Europa, sia in rapporto alle potenzialità di sviluppo che evidenzia. La proiezione ottenuta sul consuntivo al 30 settembre prospetta un utile d’esercizio, con un consolidamento del fatturato complessivo a 157 milioni di € e un leggero, ma significativo, recupero sul piano della prevalenza mutualistica, ossia dell’attività svolta con soci rispetto al totale.
L’esercizio 2013, in via di conclusione con un saldo attivo, sarà l’ultimo prima di una riorganizzazione aziendale di largo respiro che, a partire dal 2014, rilancerà ulteriormente la competitività e la capacità di fare accumulazione della Cooperativa, focalizzando il ruolo di Terremerse nella logistica avanzata e nel marketing per i mercati nazionali e per l’internazionalizzazione.

Nella composizione del fatturato le agroforniture spiccano un ulteriore balzo in avanti, passando dai 53 ai 60 milioni di € (+13%), con il consolidamento del margine acquisito. L’incremento più significativo si deve ai settori dei fitofarmaci (+25%) e dell’impiantistica e irrigazione (+35%).

Il settore cerealicolo realizza il record assoluto di volumi ritirati, in un’annata caratterizzata da rese modeste dei cereali a paglia e dalla fortissima concorrenza di 50 impianti per biogas tra Ravenna e Ferrara, che sottraggono ogni anno molto mais alla destinazione mangimistica e alimentare, con il sostegno di determinanti provvidenze pubbliche. Le consegne hanno raggiunto quota 133mila tonnellate contro le 115mila del 2012 (+15,65%). Anche quest’anno, oltre 300 nuove aziende hanno consegnato a Terremerse,  gratificandoci con la loro fiducia. Un risultato che premia la qualità del nostro servizio e l’apertura dimostrata nella costruzione di alleanze con il Consorzio Italiana Stoccaggi e con SADA/ANB. L’ottimo risultato conseguito nella raccolta purtroppo non viene altrettanto premiato dall’attuale andamento del mercato, sempre volatile e complessivamente in flessione.

Il settore carni realizza una buona performance, conseguendo un risultato di budget superiore alle aspettative, dopo la perdita di tutto il fatturato di carni macinate per Unicoop, che contribuiva a determinare l’utile di gestione fino al 2011. Il lavoro fatto nella gestione del salumificio, per acquisire maggiore convenienza di prezzo senza intaccare la qualità dell’offerta, ci premia assorbendo le persistenti difficoltà del prosciuttificio a remunerare i propri costi e prospettando importanti successi in nuovi mercati in Italia e all’estero.

Il settore macchine subisce una pesante flessione di fatturato e di margini, pur spuntando la migliore performance di vendite rispetto alle concessionarie Same Deutz Fahr del mercato nazionale: un segno inequivocabile delle difficoltà del settore, in assenza di provvedimenti di sostegno, pur ripetutamente annunciati.

Infine, il comparto dell’ortofrutta segna un calo di volumi conseguente alle avversità climatiche dell’anno,  che deprime il valore degli sforzi effettuati in ordine all’ottimizzazione della produttività e del contenimento dei costi variabili. L’utilizzo solo parziale degli stabilimenti di lavorazione accresce l’incidenza dei costi fissi, rafforzando l’opportunità delle scelte di ristrutturazione messe a punto negli scorsi mesi: la concentrazione delle lavorazioni, la ricerca di partner con cui condividere sinergie per realizzare congiuntamente il completamento di gamma e l’accesso all’innovazione di prodotto, da cui dipende la possibilità di rilanciare la capacità del settore di produrre reddito per i soci e per le strutture cooperative.

lunedì 25 novembre 2013

Incontro sull’irrigazione nel frutteto


Mercoledì 27 novembre 2013, ore 17, Terremerse organizza a Faenza un incontro di aggiornamento tecnico sull’irrigazione del frutteto. Appuntamento nella sala riunioni dello Stabilimento Ortofrutticolo della Cooperativa (Via S. Silvestro, 38).

«La struttura del terreno e l’efficienza degli impianti di irrigazione: esperienze di monitoraggio dell’umidità del suolo», è il titolo dell’incontro che sarà tenuto da Alberto Montagna,  Responsabile Agricoltura di Precisione - Agricultural Support (partner di Terremerse).

lunedì 18 novembre 2013

Terremerse e Pempacorer vincenti al Pomodorino d’Oro Mutti

Venerdì 15 novembre al Palazzo dei Congressi di Salsomaggiore Terme si è svolta la cerimonia di consegna del prestigioso “Pomodorino d’Oro”, il premio conferito ogni anno dalla Mutti ai migliori produttori di pomodoro, arrivato quest’anno alla sua 14ma edizione. Sono stati ben 8 i produttori di Terremerse e Pempacorer che hanno ricevuto i premi e fra questi anche l’ambito primo posto, che se lo è aggiudicato Alessandro Tedaldi. E’ la prima volta, dall’inizio di questa manifestazione, che un'azienda del ferrarese si aggiudica tale riconoscimento, a coronamento di un impegnativo percorso di qualità nel quale hanno sempre creduto sia la Cooperativa sia l’Organizzazione di Produttori. Non è facile produrre qualità in quantità e proprio per questo Mutti investe 150.000 Euro per promuovere le migliori pratiche agricole e premiare quelle aziende che hanno meglio saputo evolversi e distinguersi nel miglioramento della filiera produttiva.
Oltre al primo posto di Tedaldi, gradino più basso del podio per la Società agricola Tenuta Sciuptina di Leonelli. Grande merito anche per le altre aziende socie di terremerse premiate: Soc. agr. TM di Tedaldi e Montanari, Rizzati Mauro, Ravaioli Gabriele - Ridolfi Saura e Figli, Brui Roberto, Calderoni Silvano, Tartarini Riccardo.

Il “Pomodorino D'Oro” riconosce la qualità come primo obiettivo di tutte le fasi di vita del pomodoro, dalla coltivazione alla raccolta, fino alla consegna del prodotto finale. L'assegnazione del premio avviene sulla base di rigorosi parametri, fissati dalla Mutti per avere sempre una materia prima al top della qualità, che consenta di avere un prodotto trasformato eccellente. Le valutazioni complessive tengono conto sia delle caratteristiche tecnologiche del pomodoro, sia della qualità di raccolta, compresa la valutazione della raccolta alla giusta epoca di maturazione, per conservare al meglio tutte le caratteristiche organolettiche del pomodoro.

Dal 2010, grazie alla partnership con il WWF, Mutti ha introdotto la Menzione Speciale "Idee per l’Acqua", da assegnare agli agricoltori che si sono distinti nell’applicazione di pratiche di coltivazione sostenibili. La commissione - composta da WWF, Mutti e Università della Tuscia - ha valutato i progetti e ha assegnato la Menzione 2013 sempre all’azienda agricola Tedaldi Alessandro, che si è impegnata nell'applicazione di tecnologie per il monitoraggio del fabbisogno idrico delle colture, investendo volontariamente in misure per il risparmio idrico e confermando come i sistemi sperimentati abbiano portato anche un aumento della produzione, oltre a un concreto vantaggio ambientale.
La coincidenza dei due premi è un risultato interessante perché sottolinea come la qualità e l’attenzione all’ambiente, a volte visti come aspetti separati, possono e devono coesistere.

giovedì 24 ottobre 2013

Terremerse: il preconsuntivo semestrale


All’appuntamento del preconsuntivo semestrale 2013 Terremerse si presenta con la previsione di un risultato che marca l’ulteriore crescita dell’attività di Agrofornitura; con un recupero di redditività e interessanti prospettive di crescita nel ramo carni; con un risultato record nella raccolta di cereale a paglia, grazie all'adesione di circa 250 nuove aziende consegnatarie, dopo un analogo risultato del 2012. Da segnalare un'ulteriore diminuzione di costi generali di struttura.

Spiega l’Amministratore delegato di Terremerse, Gilberto Minguzzi: «Nel complesso il nostro trend si proietta verso un risultato di bilancio in positivo, nonostante le difficoltà della congiuntura economica, gli alti costi dell’approvvigionamento finanziario, l’aumentata rischiosità della riscossione dei crediti commerciali.

Nel settore ortofrutticolo il territorio subisce ancora una volta un calo di produzione, dovuto alle avversità climatiche, che si sovrappongono agli espianti e agli abbandoni avvenuti negli ultimi anni, in conseguenza tanto di fattori anagrafici (l’invecchiamento dei conduttori di piccole e medie aziende, che fino a qualche anno fa costituivano l’ossatura della nostra frutticoltura), quanto di deludenti risultati di reddito.

La riduzione dei volumi enfatizza negativamente l’incidenza dei costi fissi delle nostre strutture, programmate per raccogliere quantità sensibilmente superiori. Tutto ciò neutralizza l’effetto dei traguardi raggiunti sul piano della riduzione di costi diretti attraverso l’introduzione di tecnologie, l’ottimizzazione della logistica interna e il contenimento degli sfridi determinati dal declassamento, rispetto al prodotto in entrata, di quantitativi di frutta in fase di vendita.

Dunque l’utile d’esercizio atteso, seppur modesto, è figlio di operazioni di riposizionamento realizzate nel settore agroforniture e cereali, avviate nel settore carni, nonché di misure di razionalizzazione applicate nell'ortofrutta, prima dell’adozione di misure strutturali che riequilibrino l’incidenza dei costi fissi rispetto ai volumi effettivamente lavorati.

L’anno che abbiamo alle spalle è stato segnato da un intenso lavoro di ricerca di soluzioni organizzative alternative. A oggi disponiamo di tutti gli approfondimenti necessari per avviare la ristrutturazione radicale che ci serve per dare prospettiva al nostro settore ortofrutticolo. L’obiettivo realistico è un drastico contenimento di costi fissi, da reimpiegare per consolidare la competitività delle liquidazioni ai soci, senza pesare sul risultato di bilancio complessivo della Cooperativa.

In questo contesto si colloca la nostra azione per ricercare occasioni d'integrazione con partners anche in questo comparto. Nel ricercare alleanze non muoviamo mai da stati di necessità: abbiamo già dimostrato nei fatti di saper affrontare le nostre necessità con le nostre forze.

Abbiamo operato così con le agroforniture, battezzando addirittura un’inedita integrazione tra il nostro ruolo di distributori e quello delle multinazionali fornitrici. Abbiamo operato così nel comparto cerealicolo, integrandoci con privati, con Organizzazioni Professionali, con soggetti del trading internazionale come Axcereal. Persino nel settore delle carni, con la Rete Romagna Coop Food, abbiamo dato vita a un soggetto fortemente innovativo, che sta cominciando a riscuotere importanti apprezzamenti e anche primi risultati concreti.

Nell'ortofrutta abbiamo avviato un dialogo con Apofruit, che ha già segnato alcuni passi concreti, come l’affidamento a Canova e Almaverde, leader di mercato nel settore, della ommercializzazione delle produzioni biologiche dei nostri soci.

In un recente Convegno di presentazione dei progetti di sviluppo della rete “Mediterraneo Group”, di cui è capofila Apofruit, i suoi dirigenti hanno sostenuto che a oggi si può essere players incisivi sul mercato globale solo affidandosi a reti d’imprese specializzate, i cui componenti preservino ognuno la propria individualità e i propri asset commerciali, integrando le gamme di offerta e gli standard qualitativi. La fase della ricerca del gigantismodi Cooperative di 1° grado è da ritenersi superata, per le rigidità che rappresenta, inadatte a realizzate moderni obiettivi di crescita. Noi abbiamo sostenuto questa impostazione fin dalla nascita di Terremerse, in tempi non sospetti. Tale impostazione ci consente di mettere a fuoco alcuni obiettivi difficili da raggiungere singolarmente, ma abbordabili nella dimensione integrata di rete. Mi riferisco alla ricerca della completezza di gamma: la costruzione di gamme complete, con standard qualitativi costanti e volumi adeguati, comporta costi importanti per una singola impresa. In rete le disponibilità degli uni possono affiancare quelle degli altri, per saturare i mercati più remunerativi, trasformando un fattore di costo in una opportunità.

Un altro traguardo raggiungibile in rete è quello dell’agevolazione all’accesso all’innovazione: i detentori delle royalty per le specie e le varietà innovative si concentrano nelle mani di grandi trusts di livello internazionale, con i quali si tratta più facilmente disponendo di volumi significativi.

D’altra parte se crediamo che la frutticoltura in Romagna meriti di avere un futuro, non possiamo affidarci all’illusione di consolidare le produzioni tradizionali. Queste hanno subìto una flessione importante e continueranno a calare. Nuovi investimenti possono venire solo dalla promozione di nuove cultivars che offrano nuove opportunità di reddito!

Infine, vi è il tema dell’internazionalizzazione. In fase di riduzione, anche drastica, dei consumi di frutta nel mercato nazionale ed europeo è sempre più indispensabile rivolgersi a nuovi mercati, anche lontani. Qui torna il tema dei volumi di massa critica necessari e dei costi da doversi sostenere per aprire e mantenere nuove relazioni per l’export.

A questo tema abbiamo dato risposta aggregandoci in importanti Consorzi di specie: PeraItalia, Kiwi Fruit of Italy, Romagna Coop Food. Tra gli effetti della crisi che grava sul settore vi è anche lo stimolo a ricercare, con partner privati e Cooperative, strade nuove rispetto a quelle che hanno avuto successo nel passato, ma che non possono essere adatte per tutte le stagioni».

martedì 22 ottobre 2013

Assemblea dei soci Terremerse conferenti actinidia


Giovedì 24 ottobre a Faenza è convocata l’assemblea dei soci Terremerse conferenti actinidia. Appuntamento alle ore 17.30 allo Stabilimento Ortofrutticolo Terremerse (Via S.Silvestro, 38).

Due i punti principali all’ordine del giorno: la previsione di produzione del kiwi per l’anno 2013 e  le indicazioni di raccolta; l’aggiornamento sulla batteriosi.

giovedì 10 ottobre 2013

La campagna delle orticole su Fresh Plaza


Su Fresh Plaza di oggi, 10 ottobre, è pubblicata l’intervista a Egidio Mordenti, direttore del settore ortofrutta di Terremerse, sulla campagna delle orticole a pieno campo. In particolare: patate, cipolle e pomodoro da industria.

Per leggere l’intervista ciccare qui

martedì 8 ottobre 2013

Assemblea soci ortofrutta a Faenza


Giovedì 10 ottobre, ore 20.30, si svolgerà l’assemblea dei Soci della Cooperativa Terremerse conferenti ortofrutta estiva. Appuntamento alla sede Terremerse di Faenza, via S. Silvestro 38.
All’ordine del giorno: il punto sulla campagna ortofrutta estiva 2013, conferimenti e andamento commerciale, e la presentazione del primo  acconto ortofrutta estiva 2013.

martedì 24 settembre 2013

Terremerse al Macfrut di Cesena


Dal 25 al 27 settembre Terremerse sarà al Macfrut di Cesena all’interno della stand dell’O.P. Pempacorer (Padiglione B, Stand 205-206/2013-2014).
Il Macrfut rappresenta un appuntamento importante per il mondo dell’ortofrutta in quanto è l’occasione per incontrare i clienti e per tessere nuove relazioni con i professionisti del settore.

mercoledì 4 settembre 2013

Terremerse nel 2012 ha ritirato 43.500 ql. di Kiwi


La produzione totale 2012 in Italia ha visto una forte diminuzione delle quantità disponibili con una produzione di 400.610 tonnellate contro 513.260 tonnellate del 2011, con una riduzione del 22% circa sulla campagna precedente. Le maggiori riduzioni si sono registrate in prevalenza in Piemonte (-74%) in Emilia Romagna (-24%) e Lazio (-16%), mentre in Veneto il raccolto è stato superiore all’annata precedente (+ 34%).

La produzione commercializzabile (65 gr e oltre)
Nel 2012, a livello nazionale, la produzione commercializzabile ammonta a 376.300 tonnellate, pari complessivamente al 94% della produzione raccolta. Migliora così, rispetto alla passata stagione, l’aspetto qualitativo del prodotto in tutti i principali bacini produttivi, quando la produzione commercializzabile era al 92% di quella totale.
Al di sopra della percentuale media nazionale si pone il Veneto, mentre l’Emilia Romagna è tra le regioni che presentano una percentuale più contenuta. A livello generale deriva una produzione commercializzabile in riduzione di 20 punti percentuali rispetto a quella raggiunta nel corso della passata annata.
La quantità complessiva nazionale è stata la più bassa degli ultimi anni, con un calibro medio sostenuto e mancanza di calibri piccoli. Questo ha creato un livellamento del prezzo dei vari calibri.
Le caratteristiche organolettiche sono state le migliori degli ultimi anni per grado brix alla raccolta e % di s.s., determinando di conseguenza un’ottima qualità e conservabilità, a parte qualche partita di prodotto con durezze inferiori alle medie storiche che ha costretto a fermare anzitempo le spedizioni oltremare.
Alla minor produzione italiana ha corrisposto un forte incremento di quella greca che ha spedito merce su tutti i mercati europei e non, incluso oltremare, a prezzi decisamente inferiori a quelli nazionali. Presenza che si è protratta fino a tutto febbraio.

L’O.P. PEMPACORER nel 2012 ha partecipato alla costituzione del “Consorzio Kiwifruit of Italy”.
Formato da alcune delle principali realtà italiane del settore, il consorzio Kiwifruit of Italy rappresenta più del 20% della produzione nazionale e si propone di trasformare anche il kiwi in una delle eccellenze italiane.
La prima importante esperienza è stata fatta con la vendita di kiwi Hayward nel mercato sudcoreano, che ha portato a dei risultati economici molto importanti per i soci del Consorzio.

La Cooperativa Terremerse (associata all’O.P. Pempacorer) nel 2012 ha ritirato e commercializzato 43.500 ql. di kiwi.

mercoledì 24 luglio 2013

Prova in campo agevolatrice della raccolta


Terremerse, in collaborazione con la ditta Hermes, ha organizzato una dimostrazione pratica in campo di utilizzo di una macchina agevolatrice della raccolta. L’incontro è fissato per venerdì 26 luglio alle ore 10 presso il centro aziendale di Agrisfera, in via Chiavica Fenaria a Savarna.
La versatilità della macchina Hermes consente di ridurre i tempi di raccolta (e di sforzo degli operatori) e di conseguenza permette la riduzione dei costi finali su gran parte delle frutticole, come pesco, albicocco, susino, melo e pero.
Il macchinario è un carro raccolta dotato di nastri trasportatori che convogliano il prodotto all’interno dei bins.

lunedì 8 luglio 2013

Valorizziamo il “Limone di Rocca Imperiale IGP”


La Cooperativa Terremerse contribuisce alla valorizzazione e alla promozione di un’assoluta eccellenza del panorama ortofrutticolo italiano: il “Limone di Rocca Imperiale IGP”.

Si tratta di un prodotto di nicchia di altissima qualità che ha ottenuto nel 2012 il riconoscimento d’indicazione geografica protetta dell’Unione Europea (l’areale di produzione ricopre una superficie di oltre 200 ettari in provincia di Cosenza per una produzione di 5.000 tonnellate annue).

«Rispondendo alle esigenze del territorio e dei numerosi agricoltori che con passione producono il limone, Terremerse, gia presente da diversi anni in Basilicata, ha avviato un’esperienza commerciale per valorizzare il prodotto che porta il nome del paese dell'alto Jonio calabrese nel quale viene coltivato – sottolinea Macario Latronico, Tecnico responsabile Terremerse Area Metapontina - Assistenza tecnica e agronomica, gestione commerciale e logistica sono alcuni dei servizi offerti da Terremerse con l’obbiettivo di continuare ad aggregare produttori e produzioni per creare nuove opportunità e ricercare nuovi mercati di sbocco, per tradurre le attività della Cooperativa in vantaggio per i soci

Le caratteristiche peculiari del “Limone di Rocca Imperiale IGP” sono, secondo il disciplinare di produzione: polpa del frutto di colore giallo citrino, pressoché priva di semi, resa in succo superiore al 30%, contenuto in limonene superiore al 70% che, insieme ad altri componenti aromatici, conferisce ai frutti un profumo forte e intenso.

E’ provato che queste caratteristiche qualitative e organolettiche si differenziano da quelle provenienti da altri areali di coltivazione del limone, conferendo a questi frutti la propria identità e la propria unicità. Queste qualità esclusive sono essenzialmente legate ai fattori ambientali. Infatti, il comune di Rocca Imperiale, in provincia di Cosenza, e in un areale che presenta caratteristiche geografiche, climatiche e podologiche non riscontrabili in altre zone limonicole d’Italia.

giovedì 6 giugno 2013

Terremerse tra i promotori di “Romagna Coopfood”


Terremerse, Cevico, Deco industrie, Fruttagel, Co.ind., Molino Spadoni, per impulso della Lega delle Cooperative di Ravenna, hanno dato vita al contratto di rete “Romagna Coopfood” per la promozione dei prodotti dell’enogastronomia romagnola sui mercati internazionali.
La scelta di attestare nello stesso logo “Romagna Coopfood” la natura cooperativistica e solidale dell’organizzazione di promozione intrapresa dalle società sopra elencate, nasce dalla considerazione di cui gode all’estero, più che nel nostro Paese, la forma d’impresa cooperativa: nella produzione alimentare essa e giudicata una garanzia di sicurezza e attenzione per la qualità, oltreché di radicamento nella tradizione culturale del territorio d’origine.
«In questo modo abbiamo legato forma d’impresa e tipicità romagnola, ricavandone un vantaggio competitivo che fornisce ottime prospettive di successo – spiega Gilberto Minguzzi, Amministratore Delegato di Terremerse - Da tempo constatiamo il trend decrescente dei consumi alimentari nel nostro Paese e il contemporaneo slittamento della domanda verso segmenti di produzione che privilegiano la convenienza di prezzo alla qualità. A ciò si deve aggiungere l’aggravarsi dei rischi commerciali, di solvibilità degli acquirenti.»
Ma le cose non stanno cosi in tutti i mercati; anzi, si può dire che, a esclusione dell’area mediterranea dell’Europa, il resto del pianeta sta conoscendo in questi anni ritmi di sviluppo molto sostenuti, con l’emancipazione dalla povertà e dalla fame d’intere popolazioni: cosi in Asia e nel sud est asiatico, in America Latina e in molti paesi africani, la vera novità emergente nello scenario internazionale. In questa parte del mondo l’enogastronomia italiana gode di altissimo prestigio: e la prima cucina per apprezzamento a livello internazionale, davanti a quella francese e cinese.
«Il fatto è che esportare in paesi lontani e di recente sviluppo significa dover affrontare problemi difficili di adeguamento e aggiornamento a normative complesse e, soprattutto, dover investire risorse ingenti per allacciare relazioni commerciali affidabili – prosegue Minguzzi - In più nessuna azienda è in grado di offrire singolarmente una gamma completa di offerta gastronomica. Da qui l’impulso ad aggregarsi in rete, cioè senza dar corso a una nuova impresa dotata di bilancio, strutture e personale proprio - almeno finche non si saranno consolidati relazioni e volumi d’affari sufficienti a ripagarne i costi - ma semplicemente generare sinergie, mettendo sul tavolo le relazioni commerciali di ciascun associato».
Così Terremerse si è associata in rete al Gruppo Cevico per il settore vini e bevande a base di vino, spumanti e liquori; al Molino Spadoni per la molitura, la pasta e i prodotti da forno senza glutine, le farine e gli alimentari, biologici e tipici; Fruttagel per le bevande vegetali, succhi di frutta, prodotti a base pomodoro e verdure surgelate; Co.ind per il caffè torrefatto, cioccolato e prodotti coloniali; Deco per i prodotti da forno, biscotti, crostini e piadina.
Terremerse parteciperà per la frutta fresca e il settore delle carni, in particolare stagionate.
«Partiamo da questo team continuando a perseguire l’allargamento della base associativa della rete, con una particolare attenzione ai settori della pasta e delle acque minerali, che ci porterebbero a disporre della gamma completa dell’offerta - conclude l’AD di Terremerse - D’ora in poi per andare in Cina o in Giappone o in qualunque altro paese, non si dovranno ripetere da parte di ciascuna impresa gli stessi costi d’inserimento che hanno sostenuto coloro che hanno gia un radicamento in quel mercato. Cosi si tagliano le spese e si concentrano le risorse sugli impegni di promozione del nuovo. Infine, va detto che quello che si e inteso fare non è una semplice promozione in termini di pubblicità, ma uno sforzo congiunto per costruire relazioni operative e soluzioni logistiche avanzate su cui, poi, ciascuna azienda associata potrà gestire le proprie operazioni commerciali.»
A questo scopo è gia partita la ricerca, affidata a società di “cacciatori di teste”, per la selezione di un export manager che gestisca l’operatività di Romagna Coopfood per conto delle associate, per essere pienamente operativi entro il prossimo giugno.

lunedì 13 maggio 2013

Terremerse: il bilancio 2012


Il bilancio 2012 di Terremerse ha dovuto fronteggiare difficoltà straordinarie. Le cause: da un lato gli effetti della crisi finanziaria, che ha fatto impennare i rischi commerciali e i rischi d’insolvenza anche di clienti che in condizioni normali sarebbero stati di assoluta affidabilità; dall’altro versante gli effetti dell’eccezionale siccità, che ha arrecato danni pesanti a tutte le attività di cui si occupa la Cooperativa.
Tuttavia Terremerse ha saputo reagire, mettendo a segno un aumento di fatturato, una riduzione dei costi di struttura e un recupero di marginalità. Il risultato finale: 157 milioni di € di fatturato complessivo, con un sostanziale pareggio, ottenuto non ricorrendo ad alcuna azione surrettizia di bilancio, né all’utilizzo di accantonamenti pur disponibili, ma attestando semplicemente il risultato della gestione caratteristica.

Più in specifico vi è da segnalare il risultato nelle Agroforniture, che accrescono ancora il fatturato raggiungendo i 52 milioni di €, contro i 48 del 2011. Va considerato che i primi mesi del 2012, caratterizzati dal prolungarsi della stagione invernale, hanno segnato il fermo assoluto dell’attività agricola e dei relativi consumi, allo stesso modo ha giocato la siccità estiva. La crescita del fatturato proviene da un mix di vendite nel quale i fertilizzanti, un prodotto povero di valore aggiunto, hanno prodotto l’incremento maggiore, ciò che di per sé comporterebbe una riduzione di marginalità. Vi è poi da considerare che il settore ha assorbito, nel corso dell’anno, costi di rete provenienti da altre filiere e dalla struttura generale di Terremerse. Il fatto che il margine contributivo della filiera cresca ancora in cifra assoluta, dimostra che la crescita del fatturato non è andata a scapito del consolidamento della marginalità, anzi.
Nel settore Cerealproteico la siccità ha compromesso i volumi di prodotto normalmente ritirati dalla Cooperativa, con la perdita di oltre 10.000 ton. sui volumi previsti in base all’andamento delle semine. Il mancato afflusso di prodotto è stato parzialmente recuperato dal prodotto di 250 nuove aziende che tra Ravenna e Ferrara hanno scelto Terremerse per la commercializzazione della loro produzione cerealicola, segno inequivocabile di competitività della Cooperativa nei confronti dei suoi competitors. Oltre alla siccità, si è aggiunta l’emergenza aflatossine sul mais, che ha comportato maggiori costi di analisi e rischi commerciali ingenti, con danni conseguenti anche sul reddito del servizio di essiccazione. Per far fronte a questa emergenza, fin dall’avvio della campagna di raccolta del mais, Terremerse ha deciso di attivare in via precauzionale su tutti i centri di ritiro della Cooperativa il proprio sistema di autocontrollo, confermando la trasparenza del proprio comportamento  nei confronti degli agricoltori consegnatari. Tutta la produzione analizzata è stata divisa fin da subito in lotti con livelli diversi di contaminazione; questo ha premiato la prassi di Terremerse di separare le partite sulla base delle specifiche caratteristiche. Nel complesso, comunque, la Cooperativa ha adottato una politica commerciale che ha accresciuto i volumi in vendita,  utilizzando in pieno le rimanenze del 2011 e sacrificando in parte le rimanenze finali per il 2013. Tutto questo ha consentito di chiudere l’esercizio con un margine contributivo di settore positivo e con liquidazioni ai soci competitive.
Il settore della Lavorazione delle carni ha subito nei primi mesi del 2012 la perdita della lavorazione del macinato di carne bovina, che aveva consentito buoni margini nelle ultime due annate. Poi la siccità ha comportato l’impennata dei costi di alimentazione del bestiame e l’aumento del costo delle materie prime nei mesi dell’estate/autunno. La contestuale difficoltà a scaricare sul mercato di sbocco l’aumento dei costi, ha comportato una flessione nel risultato d’esercizio della filiera. Già dai primi mesi del 2013 è stata messa in atto un’azione di recupero di marginalità e di conquista di nuovi mercati redditivi. Ci si attendono risultati importanti dall’adesione di Terremerse alla rete di promozione dell’export Romagna Coopfood. Anche sul mercato nazionale Terremerse ha messo in atto azioni, con la propria rete di agenti, finalizzate al recupero di spazi di mercato e margini.
Nell’Ortofrutta la siccità ha comportato una contrazione nei volumi consegnati dai soci. Si è realizzato così il risultato in volume più basso degli ultimi anni,  con la conseguente enfatizzazione di costi fissi, che segnano negativamente il risultato d’esercizio della Cooperativa nel comparto. All’inizio del 2012 Terremerse aveva condiviso con i soci la necessità di puntare alla migliore qualità nella produzione in campagna, scegliendo di non sostenere con risorse interne le produzioni non in grado di riscuotere l’apprezzamento del mercato al consumo, ma di concentrare il proprio impegno nella promozione delle componenti della propria offerta più in linea con la domanda di consumo. Ad oggi è in atto la predisposizione di un programma di marketing orientato alla valorizzazione della qualità prodotta in campagna e alla massima freschezza dell’offerta, con il ricorso alle migliori innovazioni nella logistica e la ricerca di nuovi sbocchi commerciali, premianti la qualità e la convenienza prodotta.

I risultati conseguiti fin qui sono stati ottenuti con il contributo determinante della base sociale, del management e dei dipendenti tutti, con quella coesione d’impresa che ha consentito a Terremerse di costruire alleanze e far fronte così anche ai momenti più difficili.
Tutto questo permetterà alla Cooperativa di affrontare le criticità e i rischi commerciali del 2013, apportando le correzioni necessarie a implementare la conquista di nuovi spazi di mercato e l’ottenimento di margini d’esercizio, che consolidino ulteriormente la sostenibilità economico-finanziaria delle nostre attività.

martedì 23 aprile 2013

Rendicontazione O.C.M. 2013


Come avviene annualmente, per agevolare tutti i Soci interessati alla rendicontazione dell’O.C.M. 2013, la Cooperativa Terremerse e l’O.P. Pempacorer effettueranno, presso gli stabilimenti della Cooperativa, il servizio di raccolta dei documenti e di predisposizione della domanda per ottenere i contributi.
La domanda di contributo O.C.M. può essere effettuata da parte degli associati che si sono prenotati presso la Cooperativa per gli investimenti realizzati dal 1° gennaio 2013 al 31 dicembre 2013.
Si fa presente che gli investimenti realizzati nel 1° Semestre devono obbligatoriamente essere comunicati dalla O.P. Pempacorer alla Regione Emilia-Romagna entro e non oltre il 30/06/2013 e pertanto dopo tale data non potranno più beneficiare dell’aiuto comunitario.
Investimenti per i quali si può richiedere il contributo sono:
investimenti per colture orticole
• piantine orticole microinnestate (solo per anguria e melone);
• ali gocciolanti (manichetta);
• materiale plastico per pacciamatura (solo se biodegradabile);
• materiale plastico per tunnellini.
investimenti per impianti frutticoli
• nuovo impianto di frutteto (superficie minima ha 0,30), le specie e le varietà sono quelle previste dal piano offerta della Cooperativa e sono esclusi dalla rendicontazione gli impianti autoprodotti;
• impianti di microirrigazione, fertiirrigazione;
• impianti antigrandine;
• metodo della confusione sessuale (solo per i Soci che non beneficiano della “DIA” produzione integrata avanzata nel PSR).
Altri investimenti
• taratura atomizzatore e/o barra effettuata nel corso del 2013 (solo per coloro che non beneficiano del contributo per la produzione integrata nel PSR);
• analisi del terreno effettuata nel corso del 2013 e direttamente con il laboratorio e non tramite la Cooperativa Terremerse (solo per coloro che non beneficiano del contributo per la produzione integrata nel PSR).
Il contributo sul materiale plastico, (tunnellino, manichetta, ecc.) è erogato a condizione che l’azienda dimostri di aver smaltito tale materiale conformemente alla normativa vigente e si impegni a operare in tal senso.

Documentazione obbligatoria da allegare alla domanda
• copia delle fatture degli investimenti;
• copia delle bolle di accompagnamento (D.D.T.) se indicati in fattura;
• visura e mappa catastale dove si realizzano gli investimenti ed eventuali contratti di affitto se presenti;
• dichiarazione liberatoria rilasciata dal fornitore o contabile bonifico bancario, (si fa presente che sulle fatture per le quali si vuole ottenere il contributo non è ammessa la forma di pagamento in contanti anche per importi di piccola entità) la dichiarazione liberatoria deve riportare obbligatoriamente la data e la modalità di pagamento;
• copia di un documento di riconoscimento in corso di validità;
• per i nuovi impianti frutticoli
- le fatture devono obbligatoriamente riportare la categoria commerciale del materiale di propagazione e il tipo di certificazione;
- il vivaista deve obbligatoriamente riportare la classificazione delle piante come previsto dal prezzario regionale (esempio: astone diametro minimo 12 mm, pianta a gemma dormiente, astone classe 4/6 rami, pianta micropropagata di 1 anno ecc.);
- l’elenco delle varietà con obbligo della certificazione virus esente e/o bollino blu è quello fornito dal CRPV e dal CAV (consultabile presso il vostro tecnico), pertanto le varietà che non rispettano la certificazione prevista non sono ammesse a contributo;
- il costo della Royalties per essere ammesso a contributo deve essere scorporato dal costo delle piante; nel caso di fatturazione separata la fattura deve essere datata nello stesso anno delle piante;
- le piante messe a dimora devono necessariamente essere TUTTE identificate dal cartellino di riconoscimento che deve essere conservato sulla pianta stessa per il controllo in campo effettuato dagli enti preposti;
• per gli impianti antigrandine
- preventivo dell’impianto sul quale deve essere riportato obbligatoriamente la tipologia dell’impianto (esempio reti piane, a capannina, ad elastici), la specie e la superficie sulla quale viene realizzato l’impianto, la dicitura che il materialeè conforme al prezziario regionale;
• per gli impianti fissi di irrigazione
- preventivo dell’impianto sul quale deve essere riportato obbligatoriamente la specie, la superficie sulla quale viene realizzato l’impianto e la dicitura che il materiale è conforme al prezziario regionale:
• per la taratura
- copia dell’attestato di conformità rilasciato dal taratore;
• per l’analisi terreno
- copia del risultato analisi rilasciato dal laboratorio.

SI RICORDA che non saranno ammesse a contributo le domande non complete con tutta la documentazione richiesta