Il
bilancio 2012 di Terremerse ha dovuto fronteggiare difficoltà straordinarie. Le
cause: da un lato gli effetti della crisi finanziaria, che ha fatto impennare i
rischi commerciali e i rischi d’insolvenza anche di clienti che in condizioni
normali sarebbero stati di assoluta affidabilità; dall’altro versante gli
effetti dell’eccezionale siccità, che ha arrecato danni pesanti a tutte le
attività di cui si occupa la Cooperativa.
Tuttavia
Terremerse ha saputo reagire, mettendo a segno un aumento di fatturato, una
riduzione dei costi di struttura e un recupero di marginalità. Il risultato
finale: 157 milioni di € di fatturato complessivo, con un sostanziale pareggio,
ottenuto non ricorrendo ad alcuna azione surrettizia di bilancio, né
all’utilizzo di accantonamenti pur disponibili, ma attestando semplicemente il
risultato della gestione caratteristica.
Più
in specifico vi è da segnalare il risultato nelle Agroforniture, che accrescono ancora
il fatturato raggiungendo i 52 milioni di €, contro i 48 del 2011. Va
considerato che i primi mesi del 2012, caratterizzati dal prolungarsi della
stagione invernale, hanno segnato il fermo assoluto dell’attività agricola e
dei relativi consumi, allo stesso modo ha giocato la siccità estiva. La
crescita del fatturato proviene da un mix di vendite nel quale i fertilizzanti,
un prodotto povero di valore aggiunto, hanno prodotto l’incremento maggiore,
ciò che di per sé comporterebbe una riduzione di marginalità. Vi è poi da
considerare che il settore ha assorbito, nel corso dell’anno, costi di rete
provenienti da altre filiere e dalla struttura generale di Terremerse. Il fatto
che il margine contributivo della filiera cresca ancora in cifra assoluta,
dimostra che la crescita del fatturato non è andata a scapito del
consolidamento della marginalità, anzi.
Nel
settore Cerealproteico
la siccità ha compromesso i volumi di prodotto normalmente ritirati dalla
Cooperativa, con la perdita di oltre 10.000 ton. sui volumi previsti in base
all’andamento delle semine. Il mancato afflusso di prodotto è stato
parzialmente recuperato dal prodotto di 250 nuove aziende che tra Ravenna e
Ferrara hanno scelto Terremerse per la commercializzazione della loro
produzione cerealicola, segno inequivocabile di competitività della Cooperativa
nei confronti dei suoi competitors. Oltre alla siccità, si è aggiunta
l’emergenza aflatossine sul mais, che ha comportato maggiori costi di analisi e
rischi commerciali ingenti, con danni conseguenti anche sul reddito del
servizio di essiccazione. Per far fronte a questa emergenza, fin dall’avvio
della campagna di raccolta del mais, Terremerse ha deciso di attivare in via
precauzionale su tutti i centri di ritiro della Cooperativa il proprio sistema
di autocontrollo, confermando la trasparenza del proprio comportamento nei confronti degli agricoltori
consegnatari. Tutta la produzione analizzata è stata divisa fin da subito in
lotti con livelli diversi di contaminazione; questo ha premiato la prassi di
Terremerse di separare le partite sulla base delle specifiche caratteristiche.
Nel complesso, comunque, la Cooperativa ha adottato una politica commerciale
che ha accresciuto i volumi in vendita,
utilizzando in pieno le rimanenze del 2011 e sacrificando in parte le
rimanenze finali per il 2013. Tutto questo ha consentito di chiudere
l’esercizio con un margine contributivo di settore positivo e con liquidazioni
ai soci competitive.
Il
settore della Lavorazione
delle carni ha subito nei primi mesi del 2012 la perdita della
lavorazione del macinato di carne bovina, che aveva consentito buoni margini
nelle ultime due annate. Poi la siccità ha comportato l’impennata dei costi di
alimentazione del bestiame e l’aumento del costo delle materie prime nei mesi
dell’estate/autunno. La contestuale difficoltà a scaricare sul mercato di
sbocco l’aumento dei costi, ha comportato una flessione nel risultato
d’esercizio della filiera. Già dai primi mesi del 2013 è stata messa in atto
un’azione di recupero di marginalità e di conquista di nuovi mercati redditivi.
Ci si attendono risultati importanti dall’adesione di Terremerse alla rete di
promozione dell’export Romagna Coopfood. Anche sul mercato nazionale Terremerse
ha messo in atto azioni, con la propria rete di agenti, finalizzate al recupero
di spazi di mercato e margini.
Nell’Ortofrutta
la siccità ha comportato una contrazione nei volumi consegnati dai soci. Si è
realizzato così il risultato in volume più basso degli ultimi anni, con la conseguente enfatizzazione di costi
fissi, che segnano negativamente il risultato d’esercizio della Cooperativa nel
comparto. All’inizio del 2012 Terremerse aveva condiviso con i soci la
necessità di puntare alla migliore qualità nella produzione in campagna,
scegliendo di non sostenere con risorse interne le produzioni non in grado di
riscuotere l’apprezzamento del mercato al consumo, ma di concentrare il proprio
impegno nella promozione delle componenti della propria offerta più in linea
con la domanda di consumo. Ad oggi è in atto la predisposizione di un programma
di marketing orientato alla valorizzazione della qualità prodotta in campagna e
alla massima freschezza dell’offerta, con il ricorso alle migliori innovazioni
nella logistica e la ricerca di nuovi sbocchi commerciali, premianti la qualità
e la convenienza prodotta.
I
risultati conseguiti fin qui sono stati ottenuti con il contributo determinante
della base sociale, del management e dei dipendenti tutti, con quella coesione
d’impresa che ha consentito a Terremerse di costruire alleanze e far fronte
così anche ai momenti più difficili.
Tutto
questo permetterà alla Cooperativa di affrontare le criticità e i rischi
commerciali del 2013, apportando le correzioni necessarie a implementare la
conquista di nuovi spazi di mercato e l’ottenimento di margini d’esercizio, che
consolidino ulteriormente la sostenibilità economico-finanziaria delle nostre
attività.